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La casa dei genitori in eredità: quale futuro?

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Un luogo pieno di ricordi: la casa dei genitori. Nel giro di pochi anni sono venuti a mancare prima suo padre e poi sua madre.

Loro, 4 fratelli che non hanno mai avuto un legame particolarmente forte, erano tenuti insieme da quella casa in cui si ritrovavano per le feste e le ricorrenze. Quando hanno iniziato a parlare di venderla, la mia coachee sembrava l’unica consapevole che serviva anche a tenerli insieme. Forse perché lei è un’architetta e ha una visione olistica: per lei, le anime di chi abita gli edifici sono strettamente connesse con gli edifici stessi.

“Era una cosa che si sapeva. Anche mia mamma sapeva che noi fratelli avremmo deciso di venderla. Abbiamo fatto fare delle perizie. Mio fratello si è offerto di comprarla però voleva acquistarla alla cifra minore delle stime che abbiamo fatto. Io e mia sorella siamo incazzate anche perché ha sempre un modo di fare antipatico, irriverente, … Noi vogliamo venderla, ma non svenderla.
Abbiamo due stime che hanno una differenza di 50.000 euro, almeno una via di mezzo!
Mio fratello ha risposto secco: allora occupatevi voi della vendita. Io mi sono resa disponibile perché a suo tempo avevo seguito la ristrutturazione del negozio. Dovrei preparare la documentazione per la vendita.”

La casa dei genitori in eredità. Quale futuro è possibile?
Photo by ZigicDrazen/DepositPhotos

Ho aspettato pazientemente che mi dicesse che cosa davvero voleva. Ormai la conosco abbastanza da sapere che non poteva essere solo la questione della vendita. Non era da lei soffermarsi solo a quella contrattazione. E doveva ancora dirmi che cosa temeva di perdere.

I suoi desideri riguardo la casa dei genitori

Il momento storico e le condizioni del mercato non sono favorevoli e il rischio di doverla svendere è forte.

Ma non è solo questo. I suoi valori sono pronti a farsi sentire: creatività, spirito ecclettico, volontà di creare alleanze e la sua idea di benessere si manifestano con due desideri.

Desiderio n. 1 Trasformare la casa dei genitori in un’attività che produca reddito:

“C’era l’idea di creare un’attività, un B&B.”

Desiderio n. 2 Conservare il filo sottile con i fratelli:

“Pensavo che non me ne fregasse niente e invece adesso mi sento legata.
Noi siamo sempre stati una famiglia strana, ci siamo sempre ritrovati grazie alla riunioni familiari organizzate per lo più da mia mamma, abbiamo un po’ mantenuto grazie ai nipoti, anche io mi sono un po’ prodigata, quella era la casa del ritrovo tra fratelli e tutta la discendenza.
Nonostante io non frequenti i miei fratelli, ho questa paura che venduta la casa non rimanga nemmeno questo filo sottile che ci tiene uniti. Eppoi non sono più capace di fare le cose che non mi convincono.

A questo punto desideri e paure erano formalizzati.

Gli ostacoli da tenere in conto

“Fare qualcosa insieme, creare un’attività familiare, mi sembrava una cosa che fosse intelligente in una prospettiva di avere un reddito continuativo piuttosto che avere un’entrata e basta.
Mia sorella ha detto: no, guarda, io sono in pensione ho altri progetti, non mi interessa.
Un fratello mi ha detto che è difficile, impossibile, l’altro non si è nemmeno espresso e io non ho la possibilità di fare da sola questa cosa. 
Dovrei comprare io la casa, ma ho già altro da fare.
Ho queste cose che mi frenano che mi bloccano, però penso che bisogna venderla sta casa.
Visto che io non ho la possibilità di riscattarla e nessun altro vuole mettersi con me, devo superare le mie paure e come gestirle.
La cosa a cui tengo è un desiderio di avere una famiglia affiatata di persone che si aiutano e invece non lo è. Forse devo accettare che la mia famiglia sia così.”

Mentre l’ascoltavo mi sembrava che “un filo sottile che li tiene uniti” potesse essere l’intento comune di vendere nel miglior momento. Inoltre, avevo bene in mente che avevamo dedicato una sessione con lei a imparare a gestire il senso di urgenza che le mettevano i clienti.

Magari anche i fratelli (come lei in passato) avvertivano il senso di urgenza a vendere e non erano in grado di gestirlo, quindi (come lei in passato) prendevano la strada della prima soluzione che sembrava percorribile senza darsi il tempo di fare valutazioni ad ampio spettro, finendo per prendere decisioni precipitose e poco vantaggiose.

“Per me andrebbe bene prendermi del tempo, potrei farmi un business plan, quello che devo fare a sto punto è trovare il coraggio di dire: fratelli, io ho bisogno di questo tempo perché non mi convince l’idea di vendere adesso e voglio capire se magari la cosa può essere risolta diversamente.”

Fratelli e sorelle tutti da scoprire

L’ho aiutata a “unire” i diversi obiettivi. Abbiamo plasmato una visione che teneva conto della volontà di trarre un guadagno e di conservare un filo comune su cui avere un dialogo.

Per riuscirci, era necessario che lei imparasse a conoscere i suoi fratelli e sua sorella, smettendo di dare per scontato tutto quello che stava dando per scontato. Abbiamo trasformato ogni comunicazione in un pretesto per sentire la loro opinione, per aprire un dialogo. Invece di dare per scontato che avessero fretta, siamo partite da qui:

“Potrei chiedergli se confermano di non avere fretta.
Se si aspettano che la vendita sia conclusa in breve termine o se invece dicono di non avere fretta. E se mi dicono che hanno fretta?”

La conosco da diverso tempo. L’ho vista risollevarsi da difficoltà che avrebbero schiacciato la maggior parte delle persone, l’ho vista riprendersi la sua vita e far decollare il suo business dopo un periodo buio. L’ipotesi che non sappia reagire alla fretta dei suoi fratelli mi sembra l’ultimo dei problemi. Ma capisco che è il momento in cui sente il bisogno che io le ricordi di cosa è capace:

“In 4 giorni sei riuscita a preparare il business plan per quel concorso ed era la prima volta che lo facevi. Perciò, se hanno fretta, mi aspetto che tu ti rimbocchi le maniche e fai il business plan di questo progetto. Infine. Ricorda che Virginia Satir (psicoterapeuta di coppia) diceva che “quando la gente non sa, inventa”.

Perché te la cito? Perché, come è accaduto anche per il tuo progetto professionale, quando ancora non lo stavi affrontando con metodo, le persone a cui ne accennavi ti dicevano “no” perché avvertivano che era un’idea ancora troppo campata per aria.

Allo stesso modo, i tuoi fratelli, possono essersi “inventati” cose che tu non hai detto (quale ruolo avrebbero nel progetto se partecipassero, quanto sarebbe impegnativo per loro, quanti soldi dovrebbero mettere, …).

Ricorda che, quando hai iniziato ad approcciare il progetto professionale con metodo, sei diventata meno sola, hai incontrato meno “scoraggiatori/demotivatori che sono stati sostituiti da più sostenitori e persone desiderose di farne parte.

Scegliere il migliore futuro per la casa dei genitori: le azioni

Nella chat comune, in cui si parlava della casa dei genitori, lei ha dato vita a nuovi “raduni” con il preciso intento di coinvolgerli tutti invece di liberarsi della casa e chi s’è visto s’è visto.

Lei ha iniziato a muoversi seriamente per essere presa seriamente. Ha scoperto che c’è un imprenditore nella sua zona che si occupa di B&B ed è riuscita a fissare un colloquio con lui per capire il reale potenziale del mercato. Da quell’incontro è uscita con maggiore conoscenza e una nuova idea.

Chat dopo chat è diventata la leader di un cambiamento e la trascinatrice anche dei fratelli. Ma non se ne stava rendendo conto. Ho dovuto farglielo notare.

Dialogo dopo dialogo sono state tirate fuori e ascoltate le preoccupazioni di ogni singolo fratello e di ogni singola sorella.

Man mano che le informazioni che raccoglieva davano forma al suo progetto e man mano che scopriva un nuovo rapporto con i suoi fratelli è diventata anche consapevole di una voglia di riscatto che covava sotto la superficie: voleva essere riconosciuta come brava professionista anche da loro, non solo dai suoi clienti.

2 mesi dopo: la riunione decisiva

Si è presentata preparata. (“Che te lo dico a fa’?”)

Aveva fatto una ricerca approfondita, aveva un business plan preparato dal commercialista e un’idea chiara e realizzabile. Era incontestabile. A quel punto ha anche preteso chiarezza dal fratello:

“Ho detto: però vorrei conoscere anche il tuo progetto (fratello) visto che l’altra volta hai detto “affari miei”, siccome io sono comproprietaria con voi dell’immobile non sono solo affari tuoi ma sono anche affari miei di quello che andresti a farci dentro. Se volessi fare un bordello, a me non andrebbe bene.

Allora lui ha detto che è interessato al negozio per fare magazzino per la sua attività e che potrebbe partecipare al mio progetto, anzi vorrebbe. […]

Sono molto soddisfatta di come sono andate le cose, ho riconosciuto il fatto di aver fatto da traino anche a mettere in campo soluzioni alternative nella testa dei miei fratelli, a parte mia sorella che comunque non si è opposta al progetto anche se non vuole partecipare attivamente.

Se riusciamo a vendere farò qualcosa da un’altra parte (il progetto è fatto!) e comunque bene direi! Anche il fatto che mio fratello l’ha sparata grossa: “se vuoi ti faccio un assegno e ti finanzio completamente” perché lui è uno sborone!

Però bene, i miei obiettivi li ho raggiunti anche di arrivare a una soluzione che ci faccia essere tranquilli un po’ tutti. Volevo migliorare il rapporto con i miei fratelli. L’ho fatto. Adesso dimmi pure brava!!!

Brava? È spettacolare! Siamo passate dall’idea di dover vendere la casa e perdere il filo comune che li univa a una progettazione su cui tutti hanno fatto delle valutazioni. Siamo passate dall’idea “nessuno mi sostiene” a suo fratello che desidera partecipare al suo progetto! Caspita!

Meno male che non è più capace di fare le cose che non la convincono! Perché da questa incapacità lei fa nascere soluzioni innovative, creative, che fanno riflettere anche gli altri su quale sia davvero la soluzione migliore.

Qualche minuto dopo il suo “dimmi pure brava!” le ho comprato un regalo (lei ancora non lo sa). Ho immaginato che potrebbe servirle nei prossimi incontri con i fratelli e che possa richiamarle alla mente cosa è riuscita a fare e cosa può ancora fare tenendo fede a quella linea di dialogo che abbiamo tracciato.


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