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Un successo lavorativo frutto della crescita personale

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“Buongiorno Paola. È con il cuore pieno di gioia che finalmente oggi posso annunciarti un mio Successo lavorativo: dopo 9 mesi dalla mia assunzione alla ************ sono stato promosso. 🏆🥇
C’è l’ho fatta!
Volevo ringraziarti tantissimo sei stata fondamentale per me nel processo della mia Crescita personale. Ti sarò sempre Grato, sei stata una Mentore e una Bravissima Coach!
Grazie con tutto il cuore ❤.”

Un uomo soddisfatto del suo successo lavorativo dopo aver ottenuto la promozione.
Photo by Puhhha/DepositPhotos

Quando ho ricevuto questo messaggio era davvero tantissimo tempo che non lo sentivo. O meglio, l’avevo sentito qualche settimana prima perché mi aveva chiesto se poteva dare il mio numero a una sua collega.

Però non ero aggiornata sulla sua evoluzione. Il compito che mi aveva affidato diversi anni fa era quello di aiutarlo a impadronirsi di alcuni strumenti per la gestione di sé. Ed era chiaro che al resto, ai traguardi veri e propri, avrebbe provveduto da solo.

Quindi lì sul momento, di fronte a quel messaggio, ero felicemente spiazzata. Ragion per cui gli ho risposto solo:

“Mi ripiglio un attimo perché sono commossa…”

“Bhè questa non è la fine ma l’inizio di una nuova grande sfida.
Ho pianificato che entro i prossimi 5 anni voglio diventare Quality Manager e ho già iniziato a studiare in Tedesco 😉”

Molto prima del successo lavorativo…

Eravamo partiti da qui: l’essere straniero in una nazione con una cultura così diversa da quella della sua terra natia. C’era rigidità al posto della spontaneità, c’erano regole da rispettare al posto delle regole che si potevano bypassare, c’era freddezza al posto del calore. In quei giorni scrissi questo articolo su di lui:

https://www.storiedicoaching.com/2015/11/24/e-un-ripiego-oppure-e-una-rampa-di-lancio-per-la-tua-carriera/

Abbiamo lavorato sul concetto di “integrarsi”, sulla necessità di abbracciare la nuova cultura, sull’orientare la sua mente al feedback piuttosto che al fallimento, sulla necessità di far sua una nuova mentalità se voleva davvero quel successo lavorativo.

In questi giorni ho ascoltato una frase che mi ha fatto pensare proprio a quel periodo che lui stava passando molti anni fa:

“La qualità della vostra vita dipenderà dalle scelte che farete in quei momenti dolorosi. Più in fretta si riesce ad adattarsi e meglio è. La vostra capacità di vedere il panorama che cambia e di sapervi adattare dipende più dalla vostra percezione e abilità di ragionamento che non dalla capacità di imparare ed elaborare rapidamente le informazioni.”

[Tratto da “I principi del successo”, Ray Dalio]

Lui scelse di imparare a gestirsi meglio per essere più efficiente; scelse di mettere in discussione la cultura in cui era cresciuto e dare una possibilità alla nuova cultura; malgrado fosse una scelta dolorosa (non è mai facile mettere in discussione gli stereotipi con cui si è cresciuti), sapeva che, se non l’avesse presa e portata fino alla fine, avrebbe dovuto rinunciare all’obiettivo che si era prefissato.

A un certo punto era chiaro che si sentiva pronto e, giustamente, è andato avanti sulle sue gambe. Io lo pensavo ma non volevo disturbarlo perché c’è tanta crescita anche nel mettere in pratica.

Ho sempre un pensiero per i coachee che hanno concluso i percorsi. Mi chiedo: “come starà andando avanti? Quali altri progressi starà facendo? Quali altri nuovi obiettivi avrà?”

La mia curiosità viene spesso soddisfatta a distanza di tempo, come ha fatto lui ricomparendo orgoglioso di annunciarmi di avercela fatta a raggiungere quel successo lavorativo che aveva iniziato a prepararsi in quegli anni del percorso di coaching con me.

Le cose sono solo l’esca

“Scusa per la mancanza… ma era solo un arrivederci perché come hai detto tu avevo bisogno di proseguire sulla mia strada da solo e mettere in pratica tutto quello che mi hai insegnato.
Non mi crederai ma l’Universo mi ha mandato dei segnali negli ultimi 6 mesi e tutto mi è stato utile. Le nostre letture nel gruppo (tipo Carnergie, Tesla, Napoleone Hill ecc.). Le strategie per superare “gli stalli”, la disciplina, la costanza, la visione generale, il crearsi una rete di relazioni, la pianificazione e la visualizzazione.
Un totale Atteggiamento nuovo.
TANTA ROBA!”

Le letture a cui lui fa riferimento nel messaggio sono collettive e cerco di sceglierle in modo che siano stimolanti per tutti i membri del gruppo.

Ma seleziono, sottolineo, faccio notare a ogni coachee ciò di cui ha bisogno in quel momento del suo percorso. Perché la crescita personale in sé può essere una ricerca dispersiva di materiale se non è orientata a uno scopo e se non è contestualizzata; al contrario, quando è circoscritta e orientata, fornisce esattamente gli strumenti che servono proprio per quello scatto evolutivo che il/la coachee vuole raggiungere in quel momento della sua vita.

Stavo pensando a questo articolo da dedicare a lui e al suo successo lavorativo quando ho incontrato questo passaggio in cui Ray Dalio dice che “le cose sono solo l’esca”:

“Le cose sono solo l’esca. Inseguirle ci costringe a evolverci ed è l’evoluzione e non le ricompense stesse a contare per noi e per le persone che abbiano accanto. Ciò significa che per molte persone il successo consiste nel lottare e nell’evolversi con la massima efficacia possibile cioè imparando rapidamente informazioni su noi stessi e sul nostro ambiente e poi cambiando per migliorarci. È naturale che sia così a causa della legge dei rendimenti decrescenti. I benefici marginali del passaggio da una carenza a un’abbondanza di qualsiasi cosa tendono a calare.”

[Tratto da “I principi del successo”, Ray Dalio]

Chiudo questo articolo augurandogli un susseguirsi di “cose” che facciano da esca, che lo facciano mettere in gioco anno dopo anno, che tengano sempre accesa la curiosità sull’uomo che può essere, sul professionista che può diventare, sul contributo che può dare al mondo.

Sono certa che fra 5 anni mi scriverà annunciandomi di avercela fatta, di nuovo.


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