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Osare in grande libro di Brené Brown

Osare in grande di Brené Brown

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Voglio parlarti di un libro che sto consigliando spesso: “Osare in grande. Come il coraggio della vulnerabilità trasforma la nostra vita in famiglia, in amore e sul posto di lavoro“, di Brené Brown, professoressa di sociologia e ricercatrice. Se vuoi saperne di più su di lei, online trovi anche un suo TED del 2012 dal titolo “Ascoltare la vulnerabilità” e un altro TED del 2014: “Il potere della vulnerabilità“.

Ti riporto l’indice per darti una panoramica del libro:

  • Cosa significa osare in grande
  • Le mie avventure nell’arena
  • Capitolo 1. L’insufficienza, uno sguardo alla cultura del “mai abbastanza”
  • Capitolo 2. Sfatare i miti sulla vulnerabilità
  • Capitolo 3. Capire e combattere la vergogna (ovvero l’allenamento del Gremlin Ninja)
  • Capitolo 4. L’armatura della vulnerabilità
  • Capitolo 5. Mind the gap: lavorare al cambiamento e colmare il distacco del disimpegno
  • Capitolo 6: L’impegno sconvolgente: osare per riumanizzare educazione e lavoro
  • Capitolo 7: Essere genitori in modo incondizionato: osare essere come vorremmo che diventassero i nostri figli
  • Pensieri conclusivi
  • Appendice. Credere a ciò che emerge: la Grounded Theory e il mio processo di ricerca
  • Mettere in pratica la gratitudine

“Osare in grande” nella cultura dell’insufficienza

Ogni obiettivo richiede di “osare”, in fondo. Qualcuno di più, altri di meno. Di certo, non tutte le persone se la sentono di “osare in grande”.

Personalmente, sono sempre stata contraria agli incitamenti sbandierati e faciloni nello stile “osa!”, “buttati! senza valutare la capacità di una persona di saper sopportare la vulnerabilità che, inevitabilmente, implica il fatto stesso di esporsi. Insomma, questo libro si inserisce pienamente nel mio “credo” e nel modo in cui supporto i miei coachee nella realizzazione dei loro obiettivi.

Per prima cosa, Brené Brown ci spiega che non siamo i soli a sentirci “mai abbastanza“. Siamo letteralmente immersi dentro una cultura dell’insufficienza: mai abbastanza bravo/a, perfetto/a, vincente, di successo, realizzato/a, preparato/a, in forma, …

“La sensazione di insufficienza prospera in culture sottomesse alla vergogna, contrassegnate dai paragoni e frammentate dal distacco. […] Ogni volta che propendiamo per scelte che sfidano il clima sociale di insufficienza ci troviamo a dover «osare in grande»

[Tratto da “Osare in grande”, Brené Brown]

Ci dice anche che la “vulnerabilità” non è debolezza, che essere vulnerabili non significa lasciarsi andare completamente (e quindi mettersi in condizioni di pericolo) e che la vulnerabilità, per diventare coraggio di osare, ha bisogno del contatto con gli altri: nel chiedere aiuto, nel confidarsi, nell’esporsi sta la vera sfida nella sfida, il coraggio nel coraggio.

La vergogna che impedisce di osare

Il capitolo sulla vergogna è illuminante per diverse ragioni: spiega come provano vergogna le donne (“quando penso ai miei sforzi per essere tutto per tutti – una cosa che le donne sono educate a fare – posso accorgermi di come ogni scelta mi intrappoli sempre di più”), come provano vergogna gli uomini (“Fondamentalmente gli uomini vivono sotto la pressione di un messaggio incessante: fa’ in modo di non essere percepito come debole”) e spiega anche come gestirla.

Detta così può sembrare una descrizione noiosa, ma Brené Brown ha la capacità di unire i resoconti delle sue ricerche alle sue esperienze personali e il risultato sono dei micro racconti pieni di empatia e che rimandano a noi stessi:

  • “e io? So accettare la vergogna dell’altro/a?
  • Sono consapevole dei momenti in cui non agisco perché sto provando vergogna?”

C’è anche un lungo capitolo dedicato agli “scudi”, cioè ai meccanismi che mettiamo in atto per difenderci dalla vergogna. Ma Brené Brown non si limita a far prendere consapevolezza: suggerisce anche come diventare resilienti alla vergogna. Perché il suo fine è quello che si è prefissata fin dalle prime pagine: portarci ad osare e per osare, inevitabilmente, bisogna essere capaci di passare indenni i momenti di vulnerabilità.

Sempre a portata di mano

Ho proposto questo libro dentro al mio gruppo Libri sulla via, in cui leggiamo insieme dei libri che possono aiutare la crescita personale.

A mio avviso, è il genere di libro da tenere sempre a portata di mano (fisicamente, proprio). La ragione di questa mia affermazione è semplice: dopo aver finito di leggere, i concetti devono ancora tramutarsi in cambiamenti sostanziali e visibili quotidianamente.

Un conto è aver capito ciò che dice, un altro conto è saper mettere in pratica ciò che dice (e lei stessa ammette che le ci sono voluti molti anni di pratica).

Impegnarsi in tutta questa pratica può essere molto faticoso perché bisogna mettersi in discussione. Perciò è assolutamente necessario “partire dal perché“, da ciò che ci motiva a dare il nostro migliore contributo nel lavoro, nelle relazioni di vicinanza, nell’eredità che vogliamo lasciare.

Insomma, questa lettura dovrebbe essere l’inizio di una pratica quotidiana, con il libro sempre pronto per essere consultato per controllare cosa si sta sottovalutando, cosa si è dimenticato, cosa si può migliorare.

Concludo con la citazione che le ha ispirato il libro:

“Va invece dato merito all’uomo che si cimenta davvero nell’arena,

col volto sporco di polvere, sudore e sangue;

che si batte con valore, che sbaglia, che continua a fallire,

perché non c’è tentativo senza errore o delusione;

che davvero si mette alla prova per portare qualcosa a compimento,

che conosce il vero entusiasmo e la vera devozione,

che si consuma per una causa meritevole,

che, nel scaso migliore, alla fine conoscerà il trionfo di un grandioso traguardo,

e nel caso peggiore, se fallirà, perlomeno fallirà osando in grande…”

Theodore Roosevelt

[Tratto da “Osare in grande”, Brené Brown]
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