Home » Pensare meglio » Libri consigliati » Partire dal perché di Simon Sinek. La mia recensione
Copertina del libro Partire dal perché di Simon Sinek

Partire dal perché di Simon Sinek. La mia recensione

5 min read

Questa settimana, dentro al mio gruppo FB, abbiamo concluso la lettura collettiva di “Partire dal perché” di Simon Sinek e penso sia un libro che merita qualche riga anche su questo blog.

I concetti chiave

Il Cerchio d’oro

È il concetto su cui si basa il libro. C’è anche un TED in cui lo spiega, ti lascio qui il link: “come i grandi leader ispirazione l’azione”).

“Il “Cerchio d’oro” rintraccia un ordine e una prevedibilità nel comportamento umano. In parole povere, ci aiuta a capire perché facciamo quello che facciamo. Il “Cerchio d’oro” dimostra in maniera convincente che possiamo ottenere molto di più, se ci ricordiamo di iniziare tutto quello che facciamo chiedendoci innanzitutto il perché.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

Persone del perché e persone del come

“Per ogni leader, per ogni uomo dei perché, c’è sempre anche un uomo, o un gruppo di uomini dei come che, ispirati dal leader, fanno propria la sua causa intangibile e costruiscono l’infrastruttura necessaria per trasformarla in realtà. E questa infrastruttura è ciò che rende possibile ogni cambiamento e ogni successo misurabile.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

A questo proposito, in una sessione di questa settimana, un coachee mi ha detto che questo concetto gli è rimasto molto impresso e si è sentito più utile e importante di quel che credeva.

C’è una diffusa narrativa che vorrebbe tutti leader e, di riflesso, sminuisce e fa sentire in difetto chi non lo è e, magari, neppure aspira ad esserlo. Sono contenta che leggere questo punto di vista l’abbia aiutato a diventare più consapevole di quanto sia determinante il suo ruolo di “uomo del come”, cioè colui che sa come si fa a tradurre in realtà la visione del leader.

Avere successo o sentirsi realizzati?

È un capitolo brevissimo, ma è un dubbio su cui è sempre utile fermarsi a rifletterci su.

La frattura

“Nel momento in cui il perché perde chiarezza e inizia a confondersi si verifica la frattura.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

Si tratta di una situazione in cui ci si è concentrati sulle azioni dimenticando cosa ci ha mosso all’inizio. A questo proposito cita diversi esempi di aziende che hanno perso per strada la spinta del fondatore. Anche l’idea di questo libro nasce proprio in un momento, suo personale, di confusione, da un lato, e di consapevolezza, dall’altro.

A chi può essere utile “partire dal perché”?

“Quello che avevo perso era la prospettiva. Sapevo ciò che stavo facendo, ma avevo dimenticato perché. C’è differenza tra correre mettendoci il cuore ma tenendo gli occhi chiusi e correre mettendoci il cuore ma a occhi bene aperti. Per tre anni il mio cuore aveva battuto, ma i miei occhi erano rimasti chiusi. Avevo passione ed energia, ma mancavo di concentrazione e di direzione. Dovevo recuperare nella memoria ciò che avrebbe potuto ispirare la mia passione.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

Il “perché” è la spinta, la motivazione ad agire.

Sicuramente il libro è scritto per chi vuole ispirare (il sottotitolo è: “come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti”). Ma possono esserci diversi momenti nella vita di ognuno di noi in cui ci chiediamo: “perché faccio ciò che faccio?”.

“Sono solo le cose che dite e che fate a rivelare agli altri in che cosa credete: se non siete coerenti nelle cose che dite e che fate, nessuno potrà mai sapere in che cosa credete.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

Ci sono alcuni passaggi che fungono da incoraggiamento:

“Il cerchio d’oro spiega come raggiungere il successo a lungo termine, ma l’agire a lungo termine include per sua stessa natura investimenti o costi a breve termine. Per questo è tanto importante avere una disciplina che aiuti a restare concentrati sul proprio perché e fedeli ai propri valori.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

(A meno che, mi permetto di aggiungere, non si tratti solamente di una questione di focus e disciplina, ma anche di non aver trovato “persone del come” che sanno, appunto, come costruire l’infrastruttura per arrivare ai risultati, proprio come si diceva sopra).

Come trovare il perché per “Partire dal perché”

“Trovare il perché è un processo di scoperta, non di invenzione. […] Il perché di ogni individuo e di ogni organizzazione proviene sempre dal passato.”

[Tratto da “Partire dal perché”, Simon Sinek]

In questo libro Simon Sinek non spiega come si trova il proprio perché.

Io ho letto prima “Trova il tuo perché” e poi “Partire dal perché”. Ho invertito l’ordine di pubblicazione, insomma.

A mio avviso, leggere solo “Partire dal perché” non è sufficiente perché

  • lascia aperta la domanda: “qual è il mio perché?”
  • può dare l’illusione di conoscere e seguire il proprio “perché” (dubbio che mi è venuto osservando i commenti nel gruppo e proprio perché ho letto prima “Trova il tuo perché”, altrimenti non me ne sarei accorta).

Come può essere messo in pratica?

È un libro facile da leggere, a tratti quasi noioso perché ripete sempre gli stessi casi aziendali. E questo può essere fuorviante e far pensare di aver capito tutto e che sia banale da mettere in pratica. Non è così.

Per evitare questo rischio, per questa lettura collettiva abbiamo sperimentato anche dei quiz che hanno permesso di fissare meglio i concetti, stimolando a contestualizzare nella propria vita.

Per chi ha già letto “Partire dal perché” per conto proprio, può essere stimolante provare a rispondere a queste domande:

  • Come posso misurare il mio perché?
  • Sono una persona del “perché” o una persona del “come”? Ci sono contesti in cui sono una persona del “perché” e altri in cui sono una persona del “come”?
  • Davvero conosco il mio perché? Come posso scoprirlo (vedi sopra: Sinek ci ha scritto su un libretto molto pratico)
  • Se mi facessero il “test del sedano”, cosa capirebbero del mio perché?

Altri libri correlati

Sempre di Sinek, ho apprezzato molto “Il gioco infinito” (nel quale adotta una prospettiva che esce dalle logiche competitive, spesso ingiustificate, in cui ci troviamo immersi).

Al suo interno cita il suo “degno rivale”, Adam Grant, di cui ho letto “Essere originali” (ti metto il link al suo TED: “Le sorprendenti abitudini dei pensatori originali”).

Io suggerirei anche “Osare in grande” di Brené Brown.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Iscriviti alla newsletter!

Riceverai un nuovo articolo con l’aggiornamento di un percorso.

Torna in alto