Lei li chiama i “momenti di stanca” e sono quei momenti in cui sa benissimo che cambiare l’umore è indispensabile per poter essere produttiva.
Come libera professionista è fin troppo consapevole che i momenti di “non produttività” o di “scarsa produttività” pesano sulla coscienza, si ripercuotono negativamente sulla sua programmazione (con ritardi o azioni efficaci) e, ultimo ma non per ultimo, sulle sue entrate finanziarie.
Comunque esistono moltissime persone che, a prescindere dal tipo di lavoro, ci tengono sinceramente a fare del proprio meglio e sanno che il punto di partenza è essere nello stato d’animo ottimale per affrontare il compito.
Alcuni strumenti per cambiare l’umore
“In questo periodo sono abbastanza pimpante in quello che devo fare.
L’idea è di stilare questo elenco e di piazzarmelo davanti così, quando mi viene un mancamento, so cosa devo fare.”
Sulla scia della grande intuizione della mia coachee che si è creata un suo personale decalogo per cambiare l’umore nei momenti di stanca, ho pensato di darti qualche indicazione per crearti, anche tu, il tuo personale decalogo.
Strumento n.1 Partire dal corpo per cambiare l’umore
Probabilmente l’hai già sentito dire: la postura manifesta il tuo umore e spesso agire sulla postura è il modo più veloce per ottenere anche un cambiamento dell’umore.
Un esempio divertente? Per chi ha guardato la serie “la meravigliosa signora Maisel”, prima che Midge Maisel salga sul palco a fare il suo spettacolo, la sua agente Susie Mayerson le dice ogni volta: “tette in su!”. E lei va e, immancabilmente, conquista il suo pubblico.
Partire dal corpo può voler dire anche camminare, correre, fare yoga o pilates. Dipende dal carattere delle persona e chiaramente da quanto tempo si ha a disposizione. Un’altra mia coachee, per esempio:
“Sento di aver trovato una sorta di equilibrio andando in palestra alle 7 di mattina prima dello smart working.”
Con questa routine “prepara l’umore” e non deve nemmeno impegnarsi per cambiarlo (prima che succeda qualcosa che glielo cambia, ovviamente, il che fa parte del normale flusso della giornata di chiunque).
Personalmente, quando devo mettermi dell’umore giusto prima di affrontare un’attività impegnativa, sto provando la strategia di fare delle serie di step up sulla sedia. Sono più stimolanti di una tazza di caffè!
Strumento n.2 Inserire l’attività nel contesto
Si tratta di ricordarti il collegamento che esiste fra l’attività da fare (e per cui non hai voglia) e il contesto generale in cui si inserisce.
Nessuna attività è sganciata dalle altre. Il contesto più ampio che le raggruppa tutte è il tuo obiettivo professionale.
Tornare a guardare a ciò che desideri realizzare ti ricorda le emozioni che hai provato decidendo di percorrere quella strada e, di conseguenza, serve a cambiare l’umore da scialbo a pieno di entusiasmo.
Strumento n.3 Rileggere le motivazioni legate all’obiettivo
A volte può passare molto tempo fra la definizione dell’obiettivo e alcune attività difficili da affrontare. E così può capitare di dimenticarci perché avevamo intrapreso quel viaggio e sentirci straordinariamente stanchi (magari anche per la strada già fatta fino a quel momento). Eppure bisogna procedere.
Rileggere i nostri “perché” può essere un ottimo modo per cambiare l’umore demotivato.
Strumento n.4 Scaldare il motore
A volte si tratta solo di pazientare (e avere fiducia) che stiamo facendo fatica a ingranare perché stiamo scaldando il motore.
C’è una bella frase che ho letto e ripeto spesso quando qualche coachee si lamenta perché ci mette troppo a entrare nel flusso:
“There will always be friction before flow”
Tommy Rivs
C’è chi funziona come un interruttore ON/OFF e chi ha bisogno di attraversare una serie di fasi (fra cui anche la fase umore abbacchiato). Facciamocene una ragione.
Una volta accettato di aver bisogno di dover affrontare delle “frizioni” nel nostro processo creativo (nel senso di “processo volto a creare qualcosa che non c’era prima del nostro intervento”) è come mettere dell’olio e gli ingranaggi mentali girano con più scioltezza.
Un metodo che uso spesso per “entrare nell’argomento” sono i “6 cappelli” di Edward De Bono. Anche quando mi sembra tempo perso, in realtà mi aiuta a immergermi in ciò che devo affrontare e a eliminare i pensieri che fanno “attrito”.
Strumento n. 5 Gestire il dialogo interiore per cambiare l’umore
I momenti di stanca sono spesso accompagnati da critiche a noi stessi su come dovremmo essere, come dovremmo agire, cosa avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto, promemoria di errori del passato… Di fatto, è stancante anche il fatto stesso di avere questi pensieri e rimane poca energia per dedicarsi ad attività produttive.
C’è chi silenzia queste critiche con un “alt!” (che vale almeno fino alla fine del lavoro da portare a termine). Si tratta di una sorta di “patto di non belligeranza” temporaneo con se stessi.
C’è chi ci dialoga (io sono una di quelle persone), ne ascolta le ragioni, le buone intenzioni, … e ne ricava un miglioramento. L’argomento è lunghetto e ti rimando a un altro articolo: “trasformare i dubbi in lievito per le soluzioni”.
Strumento n. 6 Cambiare l’umore regolando le variabili del flow
L’umore negativo può anche l’essere l’effetto della relazione fra il tipo di lavoro che dobbiamo affrontare e le variabili legate al livello di sfida e alle risorse necessarie.
Puoi ritrovarti a provare noia perché ciò che devi fare non è abbastanza sfidante.
O puoi ritrovarti in ansia perché lo ritieni troppo impegnativo.
Questo grafico (tratto da “Flow” di Mihaly Csikszentmihalyi) illustra molto bene come cambiano gli stati d’animo in base alle variabili “sfida” e “capacità”.
L’ho usato anche ieri sera con una mia coachee per aiutarla a capire i momenti in cui la sua mente vaga e fatica a stare concentrata.
Partendo da queste nozioni, puoi intervenire proprio sulle variabili per cambiare l’umore.
Per esempio, nel caso della noia, puoi aggiungere un elemento di sfida. Il modo più facile? Ridurre il tempo che hai a disposizione. Nel caso dell’ansia, puoi aggiungere risorse (puoi chiedere aiuto a chi ne sa di più, puoi farti dare una mano se il lavoro è troppo) oppure ridurre l’impegno fino a portarlo a un livello accettabile e compatibile con le tue risorse. Che non significa rinunciare a fare tutto, ma semplicemente renderlo “masticabile” (il famoso “elefante che si mangia un pezzettino alla volta perché tutto insieme è inaffrontabile).
Strumento n. 7 Cambiare la musica
La musica è estremamente potente: attiva in noi ricordi e sensazioni (come l’energia, la malinconia, la grinta, …).
A volte abbiamo una canzoncina in testa e non ci rendiamo neppure conto dell’effetto che ha sul nostro stato d’animo.
Anche in questo caso si può scegliere. Puoi pescare nei tuoi ricordi (o direttamente nei servizi di riproduzione musicale digitale) e recuperare quella canzone che è più in sintonia con quello che devi fare. A volte servono tentativi diversi, ma l’importante è insistere finché trovi quella che ti fa “sentire sul pezzo” (in ogni senso).
Strumento n.8 Attenzione all’alimentazione
Questa accortezza, in realtà, non è proprio immediata come le altre e, oltretutto, dovrebbe essere una buona abitudine. Il cibo e le bevande influiscono sui nostri ormoni e sulle nostre emozioni.
Per esempio, sappiamo tutti che un eccesso di carboidrati dà sonnolenza. Quindi, di fronte a un lavoro, avendo mangiato in modo inappropriato, possiamo ritrovarci con pochissima voglia di fare.
Informati sull’aspetto nutrizionale e osserva come cambia il tuo rendimento produttivo al cambiare del tuo regime dietetico. Credimi: farai delle scoperte che difficilmente dimenticherai se ti interessa la massima produttività.
Strumento n. 9 Frasi motivazionali pronte all’uso
Tenere pronte delle frasi motivazionali da usare al momento del bisogno può essere una buona strategia.
Si tratta di costruire un archivio preso dalle letture che fai, dalle frasi che leggi su internet, dai film che guardi, dai podcast che ascolti. Ogni volta che qualche pensiero colpisce la tua attenzione e senti che ti fa bene, te lo segni.
Ci sono alcuni accorgimenti a cui devi fare attenzione:
- segnarti la frase e archiviarla deve essere semplice e pratico (per esempio, se l’ascolti alla mattina alla radio mentre vai a lavoro e ti riprometti di segnarla alla sera quando rientri su un taccuino, è molto probabile che ti dimentichi);
- accedere all’archivio deve essere altrettanto semplice e pratico (per esempio, se ti annoti le frasi in un taccuino e il taccuino non è sempre con te, è molto probabile che non l’avrai nel momento del bisogno).
Per come la vedo io, il supporto più pratico è lo smartphone proprio perché è quasi indimenticabile ed è sempre fa le nostre mani.
Strumento n. 10 La meditazione
Anche solo 10 minuti di meditazione possono cambiare l’umore e metterti nella condizione di concentrazione necessaria ad assolvere il tuo impegno.
Certamente prima bisogna imparare a farla (esistono diversi corsi, podcast, … io ho trovato perfino una serie tv (su Netflix, si intitola “Le guide di Headspace: la meditazione”).
In conclusione
Sono del parere che più strumenti si hanno a disposizione e meglio è.
Perché, banalmente, non tutti gli strumenti funzionano in qualsiasi momento per via dell’enorme varietà di cause che possono incidere negativamente sul nostro umore.
E ricorda che
“Il momento giusto per guadagnarsi la maturità con la pratica non è durante i play off, quando le cose sono stressanti e impellenti.”
[Tratto da “Design your life”, Bill Burnett e Dave Evans]
Se vuoi che questi strumenti siano efficaci quando hai davvero l’urgenza di cambiare l’umore in un batter d’occhio, devi imparare a padroneggiare questi strumenti quando le situazioni sono più agevoli, quando la posta in gioco non è altissima.
Più alzi le tue ambizioni, più devi saper dominare i tuoi stati d’animo e orientarli affinché ti sostengano nel raggiungimento del tuo obiettivo.