Non c’è bisogno che ti spieghi che cosa sono i dubbi. Lo sai benissimo, conosci perfettamente i tuoi, conosci i loro effetti: indecisione oppure fare un passo avanti e uno indietro oppure fermarti.
Quello che forse ignori è che siamo abituati a vederli in modo negativo. Chissà quando e chissà perché si è sparsa la voce che i dubbi sono qualcosa di brutto, sconveniente, segni di debolezza.
Credo che alla base ci sia un equivoco che associa la loro presenza all’insicurezza personale, ma è una correlazione che raramente è vera. Anzi, l’assenza del dubbio non è proprio un bel segnale.
“Il dubbio è il lievito della conoscenza.”
Alessandro Morandotti
Ed è una definizione molto vicina ad un’altra di Howard Gardner riguardante i “requisiti fondamentali di un’intelligenza“:
Avevi mai visto un dubbio come la “capacità di trovare o creare problemi per preparare il terreno all’acquisizione di nuova conoscenza”?
I dubbi e le reazioni tipiche
Non mi piacciono le generalizzazioni, né le categorie. Eppure qualche volta bisogna usarle per riuscire a farci capire dall’altro.
A fronte di un dubbio che si palesa, mi pare di constatare che esistono questi tipi di reazioni:
Tipo di reazione | Vantaggi | Svantaggi |
---|---|---|
Mi blocco | Evito di fare sciocchezze. | Se non supero il blocco, non realizzo nulla. |
Mi forzo (ignorando il dubbio) | Mi impegno a fare qualcosa. Anche se fosse sbagliata, ne ricavo comunque un feedback. | Rischio di commettere errori grossolani (gli stessi segnalati dal dubbio che ho ignorato e che avrei potuto anticipare o evitare). |
Agisco tentennando | Qualcosa faccio. Magari un passo avanti e uno indietro, ma qualcosa produco. La lentezza di questo approccio consente delle correzioni nel breve periodo. | L’insicurezza viene percepita anche dall’esterno (con inevitabili ripercussioni sulle altre persone coinvolte). I tempi di realizzazione si allungano a causa delle azioni poco incisive. |
Una reazione più intelligente e utile
Sul momento, appena compaiono, i dubbi danno un bel po’ di fastidio. Vorresti agire, ma ti trattengono. Vorresti andare spedito e invece devi fare i conti con loro e arginarli o zittirli.
Hai mai pensato di ascoltarli?
Se ci sono è perché una parte di te ha individuato delle zone critiche nel tuo progetto. E sapere ascoltare ciò che il tuo dubbio vuole metterti in evidenza ne determina il successo o il fallimento.
Che cosa devi fare?
- prenditi il tempo per formulare il tuo dubbio, meglio ancora se lo fai in forma scritta: “ho il dubbio che/di…“
- Evita di chiederti “perché hai quel dubbio”. Piuttosto, chiediti: “per quale motivo ho il dubbio che/di…“
- Una volta trovata la ragione del dubbio, passa alla ricerca della soluzione: “come posso…?“
Fatti aiutare anche dal metodo dei 6 cappelli di Edward De Bono (che, personalmente, trovo molto efficace).
In questo modo, i tuoi dubbi diventeranno il lievito che aumenta le soluzioni e le azioni efficaci.