Il giusto valore da dare a ogni obiettivo raggiunto

Quanta frenesia di fare, fare, fare. Quanta smania di completare e partire con un nuovo obiettivo. Qualcuno non ci si concede neppure il tempo per dare il giusto valore al precedente prima di passare al successivo.

“Per me è archiviato, è fatto.
Adesso cosa faccio?
Cosa mi si prospetta?”

Dovrebbe prospettarsi un festeggiamento di qualche tipo. Una cena speciale in proprio onore, un aperitivo con qualche persona cara, un regalo da sé a sé perché si è consapevoli di averlo meritato. Certo, dipende da quanto era ambizioso e impegnativo l’obiettivo. Ma è importante fermarsi a dare valore al progresso fatto.

Gli effetti di archiviare senza dare il giusto valore

Archiviare ogni risultato senza dargli troppo peso significa svalorizzare il proprio impegno e le proprie capacità. Significa anche sentirsi sempre “a zero”, come se non si fosse fatto nulla nella vita. Significa, oltretutto, non capitalizzare la fiducia in se stessi e, perciò, tenersi lontani da obiettivi più sfidanti.

“Il mio libro, non è andato bene perché io non l’ho fatto andare bene. Nonostante sia stato pubblicato da una nota casa editrice, tutta la campagna promozionale era sulle mie spalle.

Per me scrivere e pubblicare era una cosa fatta, l’ho archiviato.”

Non sapremo mai cosa sarebbe successo se si fosse fermata a dare il giusto valore alla pubblicazione e come questo valore avrebbe cambiato la consapevolezza di sé nella promozione del libro.

Ma di certo, ogni obiettivo raggiunto può accrescere la dotazione di “fiducia” in sé e farci sentire pronti a qualcosa ogni volta più ambizioso.

Archiviare subito è un po’ livellare

“È ovvio che, se non ti fermi a riconoscerti il merito di quello che hai fatto, le cose finiscono tutte sullo stesso piano. Se archivi tutto senza soffermarti a riflettere sull’impegno che ha comportato, sulle abilità che sono state necessarie, finisce che “fare un budino” e “scrivere un libro” sono sullo stesso piano, ma perché sei tu a svalorizzare il tuo contributo. A che serve “fare, fare, fare” se poi banalizzi ciò che fai?“

“Non so fare a dare il giusto valore ai miei traguardi…”

Le ho ricordato il libro “Becoming. La mia storia“, che sapevo aveva letto e le era piaciuto:

“Ti ricordi la progressione che ha avuto Michelle Obama sull’argomento alimentazione?”

Non se lo ricorda perché, ovviamente, non è abituata a notare ciò che gli altri sanno fare e lei (ancora) no.

“Lei inizia prendendo consapevolezza della necessità di un’alimentazione migliore per le sue figlie, comincia a sognare dei progetti futuri insieme allo chef che ha assunto per farsi aiutare. Quando è alla Casa Bianca parte con l’orto piccolo (apparentemente senza grandi aspettative), negli anni successivi comincia a coinvolgere le mense scolastiche e i produttori di beni alimentari, poi coinvolge Barack Obama che prepara una legge sulla limitazione degli zuccheri, … Lei capitalizza ciò che fa.

Michelle Obama può essere maestra anche nel riconoscerti il merito. Se noti, riconosce il merito ai genitori, ai collaboratori, alle figlie, … E ANCHE a se stessa. Quello che le vedi fare (e tu non sai fare), prova a farlo per te stessa. Per esempio, tu fai solo la prima parte (riconoscere il merito ai tuoi genitori) e non fai la seconda parte in cui inizi a dirti: “E ANCHE io sono stata brava a…”

Michelle può essere una maestra che ti accompagna dolcemente a un “fare” che (ancora) non conosci (“non so fare a dare il giusto valore ai miei traguardi”).

Dare il giusto valore al raggiungimento di un obiettivo è una parte del processo di crescita personale, importante tanto quanto le fasi precedenti.

Piccola o grande che sia la conquista, solo fermandosi a fare feedback, festeggiando, annotando in cosa si è migliorati, si accresce la fiducia nelle proprie capacità che consente di passare a traguardi più ambiziosi.