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Il confine fra puoi fare di più e lo "sfruttamento moderno"

Puoi fare di più non deve diventare sfruttamento

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Quando mi contattò per la prima volta, gli veniva detto “puoi fare di più” come esortazione perché davvero, all’epoca, lui poteva fare di più. E avevano aggiunto anche la minaccia di licenziamento. Sua moglie lesse un mio articolo, gli disse: “prova” e da lì cominciò la sua riscossa in azienda.

Per descriverlo, devo anche aggiungere che quella minaccia era motivante fino a un certo punto.

Molto di più contava la sua convinzione di avere tanto da dimostrare, anche se non ci riusciva.

Io l’ho aiutato a tirare fuori il suo potenziale, ma non sono stata io a trasmettergli la volontà di migliorarsi (ce l’aveva già) e neppure la sana competizione e lo spirito di squadra che gli viene dal mondo dello sport, della bici in particolare.

Come ho detto, non solo non è stato licenziato, ma anzi, è diventato un elemento indispensabile.

Gli ultimi aggiornamenti mi lasciavano perplessa.

“La persona che doveva sostituire operativamente chi va in pensione, si è licenziata dopo appena 2 mesi. Nello stesso reparto un’altra persona si licenzierà a fine anno. Puoi immaginare la situazione nel mio reparto.”

Ci provo, quanto meno.

E poi aggiunge:

“Per il lavoro devo solo entrare in ritmo e nella condizione mentale giusta.

Non sarà assolutamente facile, ma ci riuscirò.”

Questa affermazione mi lascia perplessa.

Cosa significa “entrare nel ritmo e nella condizione mentale giusta?”

Cos’altro deve fare più di quello che sta già facendo?

Quanto la sua stessa spinta a fare di più sta diventando un boomerang che gli torna indietro danneggiandolo? (Sempre a pensare al lavoro, sempre preoccupato di restare indietro e di non fare mai abbastanza)

“Tu puoi fare tutto quello che è in tuo potere, ma non puoi sostituirti a chi prende decisioni in azienda.”

“Quindi mi prendo come sempre troppo peso su di me? Ho capito che sbaglio, ma non bene dove.”

Il confine fra “puoi fare di più” e lo “sfruttamento”

“Quando io e te abbiamo iniziato, tu eri a rischio licenziamento perché eri inefficiente per tutta una serie di motivi. Poi sei diventato super efficiente fino a compensare le inefficienze della dirigenza e dei superiori (incapacità di decidere, incapacità di gestire il personale, …)

Ma ora, e questo mi preoccupa, non sei molto diverso da Gian Maria Volonté in “La classe operaia va in paradiso” che, per dimostrare di essere più efficiente di tutti, si fa tagliare un dito dalla macchina a cui lavora.”

In ambito lavorativo si trovano spesso situazioni iniziali in cui “puoi essere più performante” è motivato da “ho visto del potenziale in te”.

Poi, però, non si resta sempre su questa linea win-win in cui tutti vincono.

Magari cambiano le persone in azienda (e i valori che portano con sé), cambia la quantità di lavoro assegnato e le performance attese, si aprono posizioni e si creano giochi di potere e competizioni prima inesistenti. Ed ecco che quel “puoi fare di più” passa il confine del win-win e diventa “ti sfrutto in modo moderno”.

“Mi spiego. Quando minacciarono di licenziarti, “puoi fare di più” era vero e sicuramente hai tratto vantaggio da quello stimolo esterno: hai superato dei limiti, hai acquistato fiducia in te, sei diventato un punto di riferimento.

Eviterò di chiederti se anche gli altri in azienda, che sono lì da tanto tempo quanto te, magari anche con incarichi superiori, hanno fatto lo stesso balzo di crescita che hai fatto tu, lavorando su te stesso.

Ora. Sei a rischio licenziamento? Non credo. Anzi, li stanno abbandonando tutti e sono con l’acqua alla gola. Non è solo una questione di meriti tuoi, sono proprio inguaiati loro. Ti fanno salire nelle posizioni aziendali? Ti gratificano? No. Quando dici “per il lavoro devo solo entrare in ritmo e nella condizione mentale giusta. Non sarà assolutamente facile ma ci riuscirò”, di cosa stai parlando? Quale condizione mentale giusta? Cosa devi fare più di così? Chi si avvantaggia se entri nella condizione mentale giusta? Cosa pensi che cambi, se entri nella condizione mentale giusta?

“Puoi fare di più”, per come la vedo io, deve sempre andare a tuo vantaggio. Sennò diventa sfruttamento moderno. E tu devi saper cogliere il limite e devi saper dare un limite.

“Hai sempre e dico sempre ragione. Devo saper cogliere il limite e dare un limite.”

E su questo stiamo lavorando.

Questa sì, è la condizione mentale giusta.

Photo by Andrew Power on Unsplash
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