Home » Far emergere il potenziale » Comunicazione » Dare consigli alle persone che amiamo

Dare consigli alle persone che amiamo

4 min read

Non è affatto facile dare consigli alle persone che amiamo.

“Ho un po’ di scontri dalla parte del miglioramento e lei è proprio fuori da quell’ottica. Mi dice che vedo delle cose che sono irraggiungibili per lei. Di fronte a tutto ciò che è nella direzione della disciplina, lei scappa dalla parte opposta. Non ha questa mentalità di avere un obiettivo. Vive molto alla giornata. Ti lascio immaginare quanti libri le ho regalato dall’inizio ad adesso.”

Mi fa ridere quando aggiunge:

“Dal dare un buon consiglio a essere un rompicoglioni il limite è veramente labile.”

Come dargli torto?

Eppure a volte bisogna insistere anche con i partner, con gli amici, con i genitori, con i colleghi anche se, lì per lì, possono patire.

“Tenere a una persona significa spesso preoccuparsi della qualità della sua storia, più che dei suoi sentimenti.”

[Da “Pensieri Lenti e Veloci”, Daniel Kahneman]

Noi vogliamo trovare il modo giusto per far sì che vengano ascoltati ed accolti i suoi consigli, senza farla stare male, senza suscitare reazioni di chiusura o di disagio.

“L’arte di dare consigli”

Dare consigli alle persone che amiamo
Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash

“È facile vedere i lati buoni e cattivi degli altri ed è anche facile criticare gli altri. In genere si pensa che sia una gentilezza fare agli altri delle dure osservazioni anche quando non vengono accolte. Ma ciò non porta alcun vantaggio, si discredita una persona ed è come parlarne male. Si parla come per alleggerire la propria mente. Prima di dare un consiglio devi assicurarti se l’altro è disposto ad accettarlo oppure no. Diventandogli amico e ottenendo la sua fiducia nelle tue parole, cerca di suscitare il suo interesse. Scegli poi il momento opportuno e cerca il modo più appropriato di esprimere le tue osservazioni; certe volte attraverso lettere, altre volte nel salutarlo, dopo una visita, parlando dei tuoi difetti e insuccessi, in modo che abbia a capire da sé. Loda i suoi lati buoni, cercando di incoraggiarlo. Dare consigli in questo modo è come dare da bere quando uno ha sete. Questo modo di dare consigli è molto difficile da mettere in pratica. So dalla mia esperienza personale che debolezze e difetti, essendo radicati nell’animo da lungo tempo, non si possono eliminare facilmente. […] Come puoi correggere i difetti di un altro, dopo avergli fatto fare una brutta figura?

[da “Hagakure. Il Codice Segreto dei Samurai”, Yamamoto Tsunetomo]

La “figura” da salvaguardare vale da entrambe le parti:

“Io devo essere super coerente perché basta la minima sbavatura per scatenare reazioni.”

Mi torna in mente la sua consapevolezza che mi ha fatto ridere poco prima:

“Se ho capito quel che succede, aver superato il limite del buon consiglio ed essere diventato rompicoglioni scatena la rompicoglioni che c’è in lei, alla ricerca delle tue “cadute” e usandotele contro.”

Ora è lui che lancia una risata fragorosa.

Aiutarla a migliorare nell’organizzazione

“Devi avere un piano organizzativo, le dico. Ma non lo fa, proprio zero.”

“Puoi immaginare di costruirle una specie di piano di allenamento per diventare organizzata?”

Ogni giorno posso fare in modo che abbia una piccola sfida organizzativa da affrontare, tirandomi un pochino indietro e lasciandola fare.”

Esatto! Non può aspettarsi che da un giorno all’altro diventi super organizzata (perché nel mezzo deve superare il suo odio per tutto ciò che è disciplina).

Ma con piccoli traguardi, come si fa per chiunque agli inizi, può farcela anche lei. Inoltre, nella piccola sfida, non gli rimprovererà più di consigliarle cose irraggiungibili per lei. E chissà che non sia lei stessa a sentirsi più padrona della situazione e abbastanza forte da poter chiedere consigli.

Tieni a mente la checklist:

  • È disposta ad accettare il consiglio? (Se non è disposta, cosa posso fare per metterla nello stato d’animo dell’apprendimento?)
  • Ho la sua fiducia nelle mie parole? (Ha capito che lo faccio perché tengo a lei?)
  • Ho suscitato il suo interesse?
  • Qual è il momento opportuno?
  • Qual è il modo opportuno? (libri, esempi, ammissioni di difficoltà, …)
  • Come posso lasciarle lo spazio, il tempo, il silenzio affinché capisca da sé?
  • Come posso incoraggiarla?

C’è un’espressione che detesto e che sento spesso: “lascia perdere!”.

Si usa per dire che una persona o una situazione è irrecuperabile e non vale la pena sprecare altro fiato ed energie. Spesso la storia finisce con quelle persone “lasciate perdere” che perdono qualcosa per davvero (una relazione, un lavoro, un’amicizia, un investimento, …).

Io preferisco l’approccio del mio coachee: “come posso migliorare io nel dare consigli?”

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Iscriviti alla newsletter!

Riceverai un nuovo articolo con l’aggiornamento di un percorso.

Torna in alto