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Fare le scelte giuste e smettere di sfinirsi inutilmente

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“Devo dosarmi, devo curarmi, non più sdrenarmi. Devo pensare a me. Sono una che quando attacca a lavorare non smette più. Non serve. Devo avere ancora quel po’ di pazienza. Devo fare le scelte giuste. Come quando vai alle bancarelle e vedi qualcosa che ti piace. Fermarsi alla prima bancarella è sbagliato.”

Se dicessi che è stato facile sentirle pronunciare queste parole, mentirei.

C’è stato un lunghissimo periodo in cui, come mi ricorda lei stessa:

“Io ero come un budino bruciato. Sei una coach che ti rimbecca. E pensare che tante volte non mi facevo neanche trovare.”

Sì. Non si faceva trovare e io ero intenta a dosare “rimbeccamenti” e “silenzi”, “domande” e “attesa fiduciosa”.

Andavamo avanti, anche se poteva sembrare che fossimo ferme. So che la mia ostinazione a trovare un modo è stata determinante per arrivare a questo punto.

“Io ero una che aveva sempre le risposte e all’improvviso mi sono ritrovata senza.

Mi hai stanato, mi hai cercato.

Non mi ha lasciato con gli aculei fuori.”

Fare le scelte giuste e smettere di sfinirsi inutilmente
Photo by mauro paillex on Unsplash

E come avrei potuto fermarmi agli aculei?

Sapevo perché non avevi più risposte.

“Grazie al pensiero verticale è possibile giungere a una conclusione attraverso una serie valida di passi. Data la validità dei passi si ha l’arrogante certezza della correttezza della conclusione. Ma per quanto corretto possa essere il percorso, il punto di partenza è dovuto a una scelta percettiva che ha plasmato i concetti fondamentali utilizzati. Per esempio, la scelta percettiva tende a creare nette divisioni s’avvale di un’estrema polarizzazione. Il pensiero verticale opera allora sui concetti prodotti in questo modo. C’è bisogno del pensiero laterale per il trattamento della scelta percettiva che è essa stessa al di là della portata del pensiero verticale. Il pensiero laterale tempera anche l’arroganza di qualsiasi rigida conclusione per quanto profondamente elaborata.”

[Tratto dal libro “Creatività e pensiero laterale”, Edward De Bono]

Sapevo che il tuo non farti trovare e i tuoi aculei fuori erano il risultato di una serie di “scelte” su cosa aveva valore e quanto valore dargli.

Quando cercavo di farti ragionare chiedendoti se un uomo (al tuo posto) avrebbe accettato quelle condizioni lavorative che a te sembravano normali (ma non lo erano), sapevo che avevi una convinzione che ti aveva fatto notare solo alcune informazioni e ignorarne le altre.

Quando cercavo di farti vedere che stavi dando più di quel che avresti ricevuto indietro sapevo che avevi la testa piena di pregiudizi su come vanno le cose e che non era in tuo potere cambiarle. Tutto questo perché non avevi saputo leggere le reali intenzioni delle persone che credevi ti avrebbero aperto delle opportunità.

“Non si può scavare una buca in un posto diverso scavando più a fondo sempre la stessa buca. Il pensiero verticale viene usato per scavare più in profondità la stessa buca. Il pensiero laterale serve a scavare una buca in un posto diverso.”

[Dal libro “Creatività e pensiero laterale“, Edward De Bono]

Oggi mi dici: devo fare le scelte giuste.

“Come quando vai alle bancarelle e vedi qualcosa che ti piace. Fermarsi alla prima bancarella è sbagliato.”

Questa volta so che hai (finalmente) smesso di scavare in una direzione che ti sfiniva fisicamente e mentalmente senza portarti risultati. E hai iniziato a scavare lateralmente.

Perciò non devo più stanarti. Perciò non hai più gli aculei, ma saluti con abbracci che saranno pure virtuali, ma si sente che sono sinceri e aperti.

Le buche laterali hanno portato quel nuovo lavoro, quel nuovo interesse amoroso, quello spazio che ti stai guadagnando e ti stanno riconoscendo.

Le scelte giuste che stai facendo negli ultimi tempi e ti portano questi risultati (finalmente) sono il segnale che ti sei liberata di certi pensieri con cui ti limitavi e ne hai aggiunti altri, con cui arricchisci la tua visione del mondo. E anche la tua realtà si è arricchita di soddisfazioni.

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