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Smentire le statistiche che hai contro

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I dati costituiscono un riferimento attraverso cui misurarci. Nell’ottica del miglioramento, cercare di smentire le statistiche è quasi una costante.

Tempo fa lessi che Roberto Bolle è “troppo alto” per fare il ballerino di danza classica. Fuori standard, contro statistica. Come lui anche molti altri. Non si contano le eccezioni che ci emozionano proprio perché si sono fatti beffe delle previsioni sul loro futuro che potevano essere dettate dalle statistiche attuali.

E se guardare l’esempio del “grande e famoso” può scatenare la risposta “sì, ma lui/lei…” che dà il via a un elenco delle giustificazioni per loro e delle attenuanti per sé, allora si può anche guardare al “piccolo”. Per esempio, i miei 3 coachee che hanno firmato contratti a tempo indeterminato i questi primi mesi nell’anno. Anche loro hanno smentito la statistica contraria in questi tempi duri per il lavoro.

Il punto di vista sulla statistica contraria

Smentire le statistiche
Photo by Carlos Muza on Unsplash

Non tutte le persone riescono a vedere immediatamente la sfida. Eppoi, diciamolo, non tutte le persone hanno voglia di “sfide”, anche se poi ci pensa la vita a mettergliele di fronte e allora, volenti o nolenti, devono affrontarle comunque.

Il momento di scoraggiamento è la conseguenza del aver aggiunto un giudizio, un commento, un’opinione a quel numero. E poi si va anche avanti con il pensiero: si comincia a pensare alle conseguenze di quella statistica che non gioca a proprio favore.

Anche lei ci era cascata:

“Ci sono degli studi che dicono che… E questo è legato a…”

La sua voce era rotta. Io sono rimasta in rispettoso silenzio.

L’ho buttata su quel terreno freddissimo che è la razionalità e, in certi momenti, è davvero una salvezza per abbassare l’intensità di un’emozione negativa.

“Tu sai che le statistiche dipendono anche da come vengono scelti i campioni, vero? Sia come tipologia di campione, sia come ampiezza del campione, intendo. E lo sai che il progetto di rilevazione a volte trascura di considerare della variabili che possono fare la differenza?”

Lei scoppia a ridere con un disarmante:

“Avevo 3 in matematica!”

Smentire le statistiche

“Ottimo. Procediamo così: o ti fai un corso di statistica (e ti rendi conto di quante variabili entrano in gioco sui risultati delle statistiche) o smetti di credere ciecamente alle statistiche. Meglio ancora se ti dai l’obiettivo di smentire le statistiche. Ad ogni modo ti appoggio solo su quest’ultima opzione, sappilo.”

Per descriverti la durezza dei mesi passati su questo obiettivo dovrei farti pensare a una posta in gioco molto alta e, appunto, a una statistica sfavorevole (la probabilità di farcela era intorno al 10%).

Poi dovrei farti pensare a ogni respiro trattenuto ogni volta che sorgeva un ostacolo e si sentiva l’ennesimo caso che confermava la statistica.

Per tornare a respirare normalmente, ricordavo a lei e me stessa che dovevamo stare concentrate sul presente, fare tutto il possibile e fare in modo che anche tutti gli altri facessero tutto il possibile.

Mesi dopo posso dire che sì, lei è la donna che è capace di smentire le statistiche. E io sono onorata di essere stata scelta per accompagnarla fino a questo momento in cui guardiamo incredule i nuovi dati.

Ma c’è di più.

I piccoli traguardi individuali, sommati uno sull’altro, cambiano le statistiche globali. Diventano la nuova normalità.

Per ognuno che ha dato il buon esempio quando era “improbabile” smentire le statistiche, poi i numeri subiscono piano piano un travaso dalla sfera dell’ “impossibile” alla sfera del “possibile”. Nel mezzo ci sarà qualcun altro che si incoraggia a vedere statistiche che dicono che “si può fare”. A lungo andare, sarà diventato praticamente “impossibile fallire”.

Mentre mi gongolo di questo successo, a te lascio una domanda. Chiediti:

Quali statistiche ho contro? Come posso smentirle?

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