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Dimostrare il tuo valore non è un obbligo

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Quando non senti più l’obbligo di dover dimostrare, è il momento in cui mostri il tuo valore in tutta la sua naturalezza.‬ ‪Sei nel “flusso” delle tue capacità che si muovono, assecondando le situazioni.‬ ‪In quel momento vengono fuori i risultati migliori e inattesi.‬

Ma lei è ancora nella bolla dell’obbligo.

“Non valgo niente. Non sono capace.

Mi sto perdendo l’occasione di dimostrare che valgo qualcosa.

Quando fanno una domanda, non si rivolgono mai a me. Nessuno mi guarda.

Ma nessuno mi guarda perché sono incapace e non ho esperienza o perché fondamentalmente io sono veramente incapace?”

obbligo di dimostrare quanto vali
Photo by Mikail Duran

Dimostrare. Ma cosa?

Dimostrare (ant. demostrare) v. tr. [dal lat. demonstrare, comp. di de- e monstrare «mostrare, dimostrare»] (io dimóstro, ecc.). – 1. a. Rendere manifesto con fatti, con parole, con segni certi […] Con prop. oggettiva: ha dimostrato d’essere all’altezza del suo compito

[Da Dizionario Treccani]

Se pensa di non valere niente, cosa potrà mai rendere manifesto?

Se si guarda e vede il vuoto delle capacità, quali parole e quali segni descriveranno ciò che sente dentro?

Probabilmente dimostrerà ciò che pensa di valere: poco o niente.

“Al momento, tendi a escludere:

– ciò che sai fare;

– i tuoi meriti;

– ciò che ti rende speciale.

Ti concentri su ciò che senti mancare e cancelli tutto questo.

Ma in questo modo, continuando a cancellare il “mezzo pieno”, ti sentirai sempre “mezza vuota”.

Abbiamo impostato una mappa mentale.

Sviluppala.”

Quali abilità e quali caratteristiche possiedi e dai per scontate?

Questo è un esercizio difficile.

Inizia facendo un elenco delle caratteristiche legate alla sua professione. E la mappa comincia a riempirsi.

Poi aggiunge un ramo con quelle abilità che vorrebbe avere, che ritiene importanti. Su quelle dovrà lavorare per acquisirle. Deve aggiungerle perché così asseconda quella parte di lei che sta sempre a ricordarle cosa le manca.

Ci tiene a distinguere a colpo d’occhio ciò che può già dimostrare (perché lo possiede già) da quello che le manca? Non c’è problema. Usa colori diversi, scrive in grassetto, disegna delle emoticon. Trova un modo per dare un “peso diverso” a “quello che c’è” e a quello “che vorrebbe”.

Quindi inserisce delle caratteristiche personali (es. simpatia, generosità, …). Anche quelle fanno parte di tutto il suo essere.

Nel giro di poco tempo, con la mappa ancora poco più che abbozzata…

Già mi scrive:

“Cara Paola, è vero sento che qualcosa inizia a cambiare, oggi per esempio ho capito che certa gente che stimavo e dalla quale cercavo approvazione non ha niente più di me, anzi!

L’onestà, la sincerità, la gentilezza sono i veri valori e chi li possiede credo sia già a livelli alti.”

E anche

“Cara Paola oggi sono contenta per due motivi.

Questa mattina abbiamo incontrato il “mio cliente” non è andata male, credo di essere stata brava, ma devo essere più sciolta e meno distaccata, insomma entrare in confidenza con il cliente. Non mollo! Sarò più brava la prossima volta ?

Ho capito che devo utilizzare un modo nuovo e tutto mio di rappresentare un progetto che aiuta me a raccontarlo e il cliente a percepire le emozioni che lì voglio ricreare.”

Ma come? Non pensava di non valere niente? Non credeva che nessuno la guardasse e l’ascoltasse?

E questa idea di cercare “un modo nuovo e tutto mio di rappresentare” le sue capacità e competenze? Da dove spunta fuori?

In realtà non sono sorpresa, ma sono felice che lo sia lei dei se stessa.

Libera dal dubbio di non aver nulla da mostrare, ora è orientata a trovare un modo per emozionare attraverso il suo lavoro.

Eppure non ha ancora finito quella mappa. Questo post è il mio modo di sollecitarla.

Voglio portarla al più presto a quella condizione in cui non sentirà più l’obbligo di mostrare nulla, perché tutto il suo valore emergerà con naturalezza e gli altri lo noteranno senza che lei faccia alcuno sforzo. Sarà un gran momento.

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