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Elizabeth allo specchio

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Quando guardo Elizabeth, mi ricordo di tutte le cose che voglio/devo imparare.

Non penso a quante sono… Elizabeth è ambiziosa.

Indossa il suo soprabito più bello: un cappottino di velluto con doppia abbottonatura. Contemporaneamente, sotto il cappottino, indossa il suo vestito preferito.

Quando si veste in quel modo, si sente a suo agio, inoltre, sa di piacere agli altri.

Elizabeth è determinata. Ha una meta importante da raggiungere: l’eccellenza nelle relazioni.

Ogniqualvolta ci pensa, un pochino si spaventa e vorrebbe rifugiarsi al sicuro del suo recinto corazzato.

Ciononostante, procede nel suo viaggio, un’esperienza fatta sia di momenti di esaltazione e soddisfazione, per i passi che giorno dopo giorno l’avvicinano alla sua meta, sia di sensazioni di inadeguatezza per le resistenze dovute ad alcune vecchie abitudini.

Inoltre, durante il suo viaggio, Elizabeth conosce un sacco di persone, sole come lei, che come lei hanno intrapreso un percorso di cambiamento che è lo stesso. Paure, gioie, momenti di sconforto, balzi in avanti e passi indietro, oltretutto, scopre che persone, ai suoi occhi, “arrivate”, sono come lei e camminano nella stessa direzione.

Un giorno Elizabeth incontrò una fanciulla. Ricciolina, viso dolce e simpatica la sua espressione, inoltre, quel volto, le trasmetteva competenza e disponibilità. La fanciulla diceva di credere nell’infinito potenziale umano… E di insegnare a farlo.

-Mmmmmmmmmmmm- pensò Elizabeth, pregustandosi la gioia avere a che fare con una persona che, con buone probabilità, le avrebbe dato una mano.

Ciononostante aveva qualche timore, quella paura dello sconosciuto che altre volte l’aveva fatta riflettere… E che contemporaneamente la stimolava a trasformare l’ignoto in noto.

Quando Elizabeth capì che la fanciulla non badava a ciance e andava dritto al sodo, si sentì sollevata e fiduciosa. Non pensate sia cosa da poco….

Nonostante la velocità di insegnamento superasse di gran lunga quella di apprendimento, Elizabeth non demordette. Decise di procedere, assorbendo tutto il possibile e anche di più, sbagliando spesso e trovando subito il modo per correggersi e migliorare, “semplicemente” facendo un passo indietro e chiedendosi: – Cosa ho fatto che non avrei dovuto fare?, Cosa non ho fatto che avrei potuto fare?-

All’inizio si dimenticava, sperava le andasse bene, era incostante… E i risultati si vedevano, quelli negativi chiarissimamente! Oltretutto, a volte inconsapevolmente, si ostinava a ripetere gli stessi errori.

La fanciulla, dotata di una pazienza eccellente, anzi, di una competenza straordinaria, sapeva bene come fare per permettere ad Elizabeth di non mollare.

Elizabeth indossa anche oggi il suo soprabito più bello e sotto il suo vestito preferito. Così si ricorda tutte le caratteristiche che l’hanno aiutata ad arrivare fino a qui. Sono molte, ne è orgogliosa, oltretutto, migliora giorno dopo giorno nell’utilizzo delle tecniche che la fanciulla dolce e ricciolina le sta insegnando.

C’è stato un momento fatidico, nel quale Elizabeth ha aperto gli occhi e contemporaneamente ha reso più ambiziosa la sua meta. Quando ha capito che non basta concentrarsi su un aspetto della vita, per ottenere il cambiamento. In quell’istante è cominciato il vero impegno.

Per se stessa, questo racconto, ne è la testimonianza e la conferma. La fanciulla che crede nell’infinito potenziale umano ed insegna a farlo, l’ha aiutata a diventare consapevole che la sua meta è raggiungibile quanto più Elizabeth si alleni ad utilizzare le nuove tecniche in tutti gli ambiti della propria vita.

Di mete ne ha molte, Elizabeth, ciononostante è convinta che raggiungere l’eccellenza nelle relazioni sia la chiave di volta. Non pensa sia cosa da niente e ha bene in mente tutti i vantaggi che ne possano derivare, per se stessa, per la figlia che adora, per il suo compagno e per il mondo intero.

Elizabeth è una bambolina che qualcuno di voi forse conoscerà. Oggi la guardavo appesa al monitor del mio pc… I nostri sguardi si sono incrociati…. Mi ha raccontato la sua storia…


L’autrice di questo post è: Michela Martini – www.spazifluidi.it

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