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L’attesa può essere uno spazio temporale costruttivo

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L’attesa mi scarica. Quando sono a correre, devo correre. Trovo difficile gestire questa fase di rallentamento. Sto cercando di non pressare, ma ci tengo a portare avanti il progetto. […]

Queste attese sono vuote. Ho messo tutto in frigorifero per mantenerlo così. Di cose preparate ne ho anche fin troppe (tra la mappa, le ricerche, …) una marea di materiale, ma in maniera superficiale.

L’entusiasmo sta calando perché non vedo niente di concreto. Mi manca l’entusiasmo perché non posso incominciare.

Fa bene a preoccuparsi per questo calo di entusiasmo. Capisco il suo desiderio di girare sempre al massimo, di far muovere tutto in tempi rapidi, di concretizzare quanto prima.

Inoltre l’idea è venuta proprio a lui, ci tiene a vederla realizzata e potrebbe essere il suo modo di mostrare anche ai suoi figli di cosa è stato capace il loro padre. Del resto, le ultime sessioni di coaching vertono tutte attorno al suo pensiero che:

“Tutti abbiamo l’ambizione di lasciare un segno del nostro passaggio.”

In attesa, ma di cosa?

L’attesa è un momento in cui le tue azioni sembrano sospese mentre il tempo continua a fluire. Puoi aspettare una risposta, un’azione, l’evolversi di eventi, una decisione, un esito. In quegli istanti sembra che la palla sia in mano a qualcun altro e che tu non possa fare nulla.

“Tutte le mappe mentali che hai fatto finora ti hanno aiutato ad arricchire il pensiero sul progetto, il che è necessario in una fase creativa.

Adesso, la mancanza di entusiasmo è una conseguenza di un bisogno di concretezza in considerazione anche di tutti i limiti organizzativi che avete.

Tu hai chiara una sequenza di attività necessarie.

Quello che devi fare è renderle “visibili”, alla tua mente e a quella dei membri del tuo team.”

Prendi un foglio bianco.

Traccia una linea.

All’inizio metti la data di oggi, alla fine metti ciò per cui sei in attesa. Non importa se non sai in quale data avverrà e neppure se pensi che non avverrà mai.

Ciò che conta sono le domande che puoi farti:

Cosa fare in attesa di...

Cosa posso fare nel frattempo per…

  • il mio obiettivo?
  • me?
  • altre mie priorità?

Riempire lo spazio vuoto

La risposta a quelle domande può essere qualcosa finalizzato al progetto, come è il caso del mio coachee:

“In questa fase, le date sono ovviamente solo “probabili”. Ma è necessario che cominciate a metterle giù.

Nel definire le date, tieniti stretto con i tempi e conserva un margine di contingency dopo.

Ogni data/step è un obiettivo in sé all’interno del macro obiettivo.

In quanto obiettivo, va preparato definendo bene sia il risultato atteso, sia le strategie.”

Oppure può essere qualcosa non direttamente collegato al tuo obiettivo, ma che può comunque essere utile per il tuo benessere, o altri tuoi obiettivi, o per altre tue priorità.

Quella linea bianca può riempirsi di azioni del tipo:

  • “Prepararmi per…”
  • “Definire…”
  • “Allenarmi a…”
  • “Focalizzarmi su…”

E forse ti ritroverai come il mio coachee che a fine sessione mi ha detto:

“Ma non ho mica tempo per preparare tutto entro mercoledì!”

Che l’attesa sia vuota è un inganno della mente. Ma se aggiusti la percezione e il focus, ti rendi conto che c’è davvero tanto da fare e l’entusiasmo troverà nuova linfa vitale!

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