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La sospensione del giudizio per avere azioni efficaci

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La sospensione del giudizio è un’arte raffinata, che richiede esercizio, molta attenzione su di sé e disciplina nel correggersi. È indispensabile per avere maggiore lucidità di valutazione e azioni più efficaci.

01/03/16

«Ma fra me e te… Cosa ti fa piangere di quel lavoro?»

«Mi annoiano da morire… scartoffie inutili, procedure inutili, responsabili spaccapalle, …»

Contiamoli.

Quanti giudizi ha infilato in una sola frase?

1, 2, 3… Tre giudizi su 10 parole totali, mica male! E, occhio, se stai pensando che è lei ad essere “esagerata”, “permalosa”, “suscettibile”, … stai giudicando pure tu, perciò…

«Non riesci a vedere tutto come una mansione da portare a termine, senza aggiungere giudizi sul tuo lavoro, su chi lo riceverà…?»

«Faccio molta molta molta fatica. Mi sono incavolata due volte perché […] si sveglia oggi per […] del menga che devono partire lunedì… Buongiorno, svegliati prima! Quell’altra non risponde al telefono e quindi blocca tutto… Risultato un bel mal di testa»

Non sono le loro azioni ad angosciarla. È l’opinione che ha delle azioni, l’opinione che ha delle persone.

Ogni parola corrispondente a un giudizio, le smuove un mondo di emozioni negative dentro.

Ne consegue che è difficile recuperare, è complicato portare a termine i suoi compiti.

Tutto questo è eccessivamente stancante.

La sospensione del giudizio

«Vedi? Giudichi tutti continuamente. Non te ne rendi nemmeno conto, secondo me. È il tuo giudizio a dare valore a qualcosa che non ne ha

«Sì, può essere…»

«Può essere? “[…] si sveglia oggi” non è giudicarla? Quell’espressione non significa che è rincoglionita? Non è darle potere su di te?»

«Eh… Ma non lo faccio volutamente. Non giudico certo lei, forse giudico me, che sono così cretina da dovermene occupare e farlo diventare un mio problema»

«No. Parti da loro, poi giudichi te. Ma prima giudichi il lavoro e loro. Togli il giudizio. È un lavoro. Punto. È una collega. Punto. Questo ti consente di non caricare di emotività la cosa. E senza emotività, la fai e basta. E se non devi gestire l’emotività, sei meno stanca per occuparti dell’alternativa, sei più fiduciosa, non hai mal di testa che ti risucchiano forze inutilmente…»

02/03/16

«Com’è andata oggi?»

«A corrente alternata. Mi sono resa conto che devo annullarmi per non pensare niente, mi devo spegnere. Diciamo che è stato un 70-30 (dove 70 era assenza di critica e 30 giudizio). Domani andrà meglio»

«70 è buono! Brava! E con l’assenza di critica facevi la solita fatica?»

«Direi di no, però dovevo ripetermi di non dire niente e di non pensare»

«Certo. Devi allenarti. Ma ti fa bene…»

«Ma sei sicura che non divento una di quelle persone amebe che non pensano e non dicono niente? Senza personalità e carattere

«Mi stai dicendo che io non penso, non dico niente, sono un’ameba senza personalità e carattere? È una tecnica che usi quando ti serve, Stella mia! Che c’entra con la personalità? Ti serve a sopravvivere a quel posto finché vieni via…»

«Ok ma ho un po’ di paura»

«Paura di cosa?»

«Di diventare una di quelle persone grigie amebose»

[Abbiamo riconosciuto “petaloso”, possiamo riconoscere anche “ameboso”, no?]

«Ma ora la scaccio questa paura…»

«Essere sempre sul punto di piangere è meglio? È una tecnica, come tante altre. La usi quando serve.»

04/03/16

«Buongiorno! Com’è andata ieri?»

«Buongiorno coach! Stabile sul 70-30»

«Ok. E la difficoltà emotiva dei giorni scorsi? La voglia di piangere? La paura di diventare un’ameba?»

«Ci sono ancora ma le ho gestite un pochino meglio. Premetto non è una giustificazione ma forse ho capito (e mi serve per eliminarlo) perché involontariamente critico anzi criticavo: perché qui dentro è prassi consolidata e continua; per difesa ho iniziato a farlo anche io ma adesso basta.»

«Ma questa è una scoperta sensazionale! E ora puoi diventare consapevole di come questo tuo giudizio dia eccessivo valore a qualcosa e, di riflesso, abbatta te stessa e ti demoralizzi. Perciò, come vedi, il controllo delle tue reazioni, è perfettamente nelle tue mani. Aggiusta la partenza (con la sospensione del giudizio) e non dovrai più rincorrere le conseguenze (pianto, rassegnazione, paura che sia tutto lì, …)»

«Wow! Sembra facile…»

«Sposta la percentuale da 70 a 80 e poi 90 e poi 100… E poi mi saprai dire com’è cambiata il meglio la tua vita…»

07/03/16

«Buongiorno coach! Ieri giudicato solo per 10%… Oggi cercherò di fare ancora meglio! È un po più facile nel week end quindi la prova vera è oggi…»

«Bravissima! E come stai?»

«Meglio! Ora però devo imparare a gestire queste mail di XXXXX cui (scusa il termine!) Non me ne frega un ca…ppero e sono sempre urgenti!»

«E la paura di diventare “ameba” con l’assenza di giudizio? Come va?»

«Mi hai detto che non è un pericolo reale e allora non me ne preoccupo più»

«Vabbé! Ma cosa hai notato di diverso in te?»

«Che se non me ne preoccupo perde importanza»

«Ok. E sei contenta di questo risultato?»

«Per ora direi di sì!»

08/03/16

«Buongiorno coach! Sto facendo un lavoro che mi fa straschifo ma… lo sto facendo col sorriso! Stasera mi premio, me lo merito!»

«Ma quanto sei brava tu, eh? Quanto!!! ♥»

«Solo merito tuo! Sto anche recitando e faccio la parte dell’interessata il metodo stanislavskij è un principiante in confronto…»

«Ma non dovevi diventare un’ameba?»

«NO! NO! Non è un rischio però forse divento schizzata»

[Vabbè, quando fa la scemotta, vuol dire che sta bene e io posso solo essere fiera di lei!]

7 giorni di esercizio di sospensione del giudizio, tanto impegno e niente è più come prima.

Come ho detto anche all’inizio, la sospensione del giudizio è un’arte raffinata, che richiede esercizio, molta attenzione su di sé e disciplina nel correggersi. Ma cambia l’umore, le azioni e i risultati sono meravigliosi.

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