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Troppa carne al fuoco o è paura di non farcela?

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«Mi pento di aver messo troppa carne al fuoco… tutte queste cose, insieme…»

Si vede.

Sarà quella stanza semibuia da cui mi parla, saranno quei sorrisi forzati che ogni tanto cerca di inserire per mascherare quello che prova, sarà quel fazzolettino che ogni tanto usa per asciugarsi qualche lacrima che scappa al suo controllo.

Anche il suo capo, prima di lasciarla partire per le vacanze, le aveva detto:

«È inaccettabile che torni dalle vacanze l’8.

Hai troppe cose sulla griglia

Paura di aver messo troppa carne al fuoco

La stessa metafora: “troppa carne al fuoco”.

Senza saperlo, aveva colpito un suo nervo scoperto.
L’angoscia per tutti quei progetti sul nascere e il timore di non riuscire a star dietro a tutto o, peggio ancora, di bruciarne qualcuno. Lei non gliel’aveva mai confidato e lui l’aveva stupita uscendosene con quell’espressione: era come se l’avesse intuito.

«Sono riuscita a staccare ma non del tutto. C’era il retro pensiero del ritorno.

Come farò ad affrontare i prossimi periodi con questo dolore e questa stanchezza?

E i miei colleghi che pensano che trovo sempre delle scuse?

Non voglio spiegare loro perché sono così giù, non sono affari loro. Ma è come se dovessi sempre giustificarmi…»

Se sia oppure non sia “troppa carne al fuoco” è difficile dire, lo afferma lei stessa.

Lei è una donna dalla mente scientifica, il suo stesso mestiere le richiede misurazioni e dimostrazioni. Il potere della mente, invece, è difficilmente misurabile. Il fatto che stia cominciando a percorrere queste nuove ipotesi è per me un grande passo avanti.

E allora cominciamo a guardare questa situazione da fuori per valutare se è davvero troppa carne al fuoco.

Abbiamo:

  • una Regina della griglia
  • del fuoco da gestire
  • della carne sopra da controllare, girare, …

Se la Regina della griglia è nelle condizioni ottimali, può valutare:

  • quale carne ha bisogno di più attenzioni
  • l’intensità del fuoco
  • quale carne ha bisogno di più tempo e quale meno
  • se e quando può staccare gli occhi dalla griglia
  • se e a chi delegare alcune mansioni

In questo momento, la nostra Regina della griglia ha:

  • un dolore fisico molto forte che la disturba
  • preoccupazioni che l’assillano

Può forse cucinare serenamente la carne? Davvero è troppa? Non sarà che le sembra troppa perché c’è altro che le sottrae fiducia nelle sue capacità?

«Ieri, per un attimo, ho pensato di scappare, chiudere con tutto. E subito mi sono sentita in pace con me stessa come non mi capitava da tanto tempo…»

Prendere la griglia e allontanarla da sé.

Non averla più davanti agli occhi per non temere di non essere in grado. Salvo poi dover ascoltare un altro suo retro pensiero che fa capolino:

«…Anche se so benissimo che questa soluzione non risolverebbe i miei problemi e tornerebbero a ripresentarsi…»

E quindi torniamo insieme all’immagine della Regina della griglia; capisce che il problema non è avere troppa carne al fuoco ma che deve prendersi cura di sé.

Si rende conto che quando è serena e in forma è in grado di cuocere tutta la carne che vuole.

Il fatto che adesso non si senta in grado è molto legato alla combinazione dolore-mente.

«Tu vivi all’estero e forse alcune notizie non ti arrivano o ti arrivano in modo diverso. Qui in Italia abbiamo il problema dei profughi e di come soccorrerli. Ricordo un’intervista al comandante di una nave statunitense che si trovava in prossimità di uno di quei barconi ed erano dovuti intervenire.

La giornalista chiese: “come fate per salvarli?” e la donna comandante rispose: “per prima cosa, mettiamo in sicurezza noi stessi. Se non lo siamo noi, non possiamo nemmeno salvare loro“. Vorrei che portassi con te questo insegnamento: il tuo benessere è prioritario, ma non per un fatto egoistico.

Il tuo senso del dovere, così estremo per certi versi, rivolgilo verso te stessa proprio per poter essere un valido supporto per tutti i progetti in cui sei coinvolta…»

Rassicurata, si avvia alla grande prova di oggi. Da parte mia, mentre aspetto che mi faccia sapere com’è andata, scrivo questo post sapendo che sarà bello tornare a rileggerselo quando il brutto sarà passato e il banchetto dei successi sarà iniziato. E saranno tutti cotti a puntino, di questo sono certa.

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